Per un partito Democratico davvero. Per un contributo alla rigenerazione della democrazia nel nostro paese. Per un autentico impegno costituente.

mercoledì 31 ottobre 2007

LETTERA APERTA A WALTER VELTRONI PROMOSSA DA Rete ARTICOLO 49 e Rete COSTITUENTE DEMOCRATICA

Lettera aperta al Segretario Walter Veltroni
Ai Segretari regionali
Al Comitato di garanti delle Primarie del Partito Democratico

L’assemblea costituente del Partito Democratico alla quale in qualità di elette ed eletti abbiamo partecipato a Milano il 27 ottobre si è conclusa con l’approvazione ad alzata di mano di un dispositivo che non era stato oggetto di alcun dibattito e del quale non sono state neanche esplicitati i meccanismi che hanno portato alla sua formazione.
Abbiamo aperto una nuova era nel modo di concepire le relazioni politiche, celebriamo con soddisfazione il superamento di steccati storici che sin dal dopoguerra avevano diviso le forze politiche di provenienza. Per la responsabilità che ci coinvolge tutti nel portare a compimento un progetto così ambizioso, ci appare necessario tentare di recuperare la sostanza di alcuni di quei passaggi e riprendere il filo costituente dell’assemblea.
Walter Veltroni non aveva mancato di sottolineare la rilevanza del ruolo assembleare (“siete il nucleo pulsante della vita del PD…un partito che parte dal basso e non dall’alto”), aveva attestato l’impegno dell’apparato ad “evitare di mettere il vino nuovo in otri vecchi” ed a ricercare una fisionomia organizzativa del tutto nuova che faccia leva sulla cittadinanza attiva. Rosy Bindi aveva evidenziato come tutti gli eletti abbiano un ruolo costituente che non può essere aprioristicamente assoggettato al principio di maggioranza. Enrico Letta aveva sottolineato come debba essere considerata chiusa la stagione della cooptazione per aprire la strada a quella della competizione nell’accesso a tutte le cariche di partito. Una nuova stagione di civiltà politica aveva sintetizzato Veltroni.
Non possiamo dimenticare con quali garanzie di partecipazione fu svolto il fecondo lavoro delle tre sottocommissioni e poi della Commissione Ruini nella fase costituente della nostra carta Costituzionale. Non possiamo ignorare che per quanto straordinarie siano le norme regolamentari per la formazione del PD formulate dal Comitato dei 45 esse avessero stabilito in modo sin troppo chiaro lo strumento elettivo. Che, come ha ricordato nel suo intervento Romano Prodi, l’art. 49 della Costituzione prevede espressamente il metodo democratico come requisito fondamentale di funzionamento dei partiti politici e come sia stata espressa da tutti coloro che sono intervenuti nel corso dell’assemblea la volontà di attuare sino in fondo questo principio.
Non possiamo sorvolare sull’affidamento nella lealtà del gruppo dirigente provvisorio riposta da tante elettrici ed elettori e dagli stessi eletti alle primarie del 14 ottobre. Non possiamo deludere le speranze dei tanti che vogliono fortemente utilizzare al meglio questa occasione per riformare la politica. Non possiamo ignorare che molti consensi che ci sono stati consegnati rimangono condizionati alla credibilità che il nuovo PD sarà in grado di assicurare.
Non vogliamo distruggere una occasione sulla quale si fondano tante aspettative, intendiamo solo rimettere in fila le cose per evitare che un difetto di costruzione possa lasciare su tante speranze un’ombra indelebile. Le regole di funzionamento del PD devono necessariamente essere il frutto di momenti di collegialità e partecipazione che non possono essere alterati da surrettizi surrogati di cooptazione, che di per sé, anche solo astrattamente, si prestano a lasciare l’onta della assenza di democrazia alle radici di un partito che ha tutt’altre ambizioni.
Per questo motivo condividiamo, sottoscriviamo e invitiamo alla rapida diffusione e sottoscrizione della lettera aperta a Walter Veltroni pubblicata sul sito http://www.costituentedemocratica.net/ che di seguito pubblichiamo.
La sottoscrizione può avvenire inserendo un commento, inserendo i propri dati anagrafici, il telefono e l'e-mail.

In fede.
Lilia Infelise - eletta in Calabria nella lista “A Sinistra per Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Riccardo Lenzi - eletto in Emilia-Romagna nella lista “Democratici con Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Paolo Orioli – Comitato Promotore nazionale Primarie (rete Articolo 49 - Res Publica)
Roberto Giorgi Ronchi – avvocato; già candidato all'Assemblea costituente regionale del PD (rete Articolo 49 - Res Publica)
Gianfranco Pasquino - Docente di Scienza Politica- Università degli studi di Bologna



Lettera a Walter Veltroni

Caro Walter Veltroni, noi democratiche e democratici, elettori delle primarie del 14 ottobre, candidati ed eletti nelle Assemblee Costituenti del Partito Democratico, manifestiamo il nostro profondo sconcerto per come si è conclusa la prima Assemblea Costituente del Partito Democratico.
Una bella giornata è stata rovinata da una pessima conclusione.
Una votazione a sorpresa, su un documento letto in fretta, mai discusso in precedenza e senza alcuna possibilità di discuterlo.
Una votazione senza alcuna garanzia di democrazia (nessuna verifica dei votanti, dei favorevoli e dei contrari).
Una nomina delle commissioni per quote di liste contraddicendo le dichiarazioni che non ci sarebbero state correnti. Nessun vero coinvolgimento dei delegati nell’Assemblea di sabato e, a quanto pare, nemmeno nei lavori di costruzione dei documenti del Partito. La votazione di un vicesegretario non prevista in alcuna norma del Regolamento e presentata con una palese forzatura dello stesso regolamento. (Nessuno vietava che TU lo indicassi come vicesegretario, ma è cosa diversa dall’elezione in Assemblea) La decisione di far eleggere i Coordinatori provinciali (da nessuna parte si dice provvisori) dagli eletti nelle Assemblee Costituenti regionali e nazionali con uno straordinario percorso di autoleggittimazione dall’alto verso il basso. La decisione di “costituire il Partito Democratico nei territori, secondo le modalità decise congiuntamente dal Segretario Nazionale e dai Segretari Regionali” con un metodo che definire verticistico è un eufemismo; contraddicendo lo spirito federale del Partito Democratico e senza alcuna garanzia che saranno i cittadini a scegliere i loro organismi. Per questo noi democratiche e democratici,

TI CHIEDIAMO, in qualità di Segretario Nazionale del Partito Democratico,
di garantire:
- che mai più accadrà che, all’interno del Partito Democratico – a nessun livello, le decisioni siano prese da un ristretto numero di persone e presentate, di fatto, all’Assemblea solo per la ratifica. - che siano sempre garantiti reali spazi di discussione e dibattito.
Di assicurare che:
- entro il 23 dicembre, si provvederà all’ELEZIONE degli organismi comunali del Partito Democratico, con la partecipazione aperta a tutti i cittadini (anche a coloro che non hanno partecipato il 14 ottobre), e che saranno, semmai, gli organi comunali ad eleggere i provinciali se non si vuole fare anche l’elezione diretta dei provinciali
- tutti gli organismi nominati hanno carattere transitorio fino all’approvazione degli Statuti Regionali e di quello nazionale;
- i lavori delle commissioni saranno resi pubblici in modo continuativo attraverso la rete internet e sarà possibile intervenire con proposte che saranno obbligatoriamente prese in considerazione dalla commissione, in particolar modo per quanto riguarda i contributi dei componenti dell’Assemblea Costituente Nazionale;
- prima che le commissioni termino il loro lavoro sarà data la possibilità ai componenti l’Assemblea di votare sui punti controversi dei documenti. In ogni caso, in sede di Assemblea Nazionale per l’approvazione dei documenti, sarà dato adeguato spazio al dibattito, al confronto ed i documenti saranno votati per punti anche sulla base di proposte contrapposte;
- che tutte le decisioni politiche e organizzative prese da te o dagli organi del partito saranno rese pubbliche attraverso il sito internet al fine di garantire la massima trasparenza.

TI INVITIAMO

a proporre che le Assemblee Regionali, convocate per il 10 novembre, eleggano democraticamente i delegati componenti della DIREZIONE FEDERALE provvisoria, al fine di costituire un organismo politico legittimato che possa accompagnarti in questa fase transitoria.
A questa specifica votazione avranno diritto di voto anche i delegati all’Assemblea Costituente Nazionale.

sabato 20 ottobre 2007

Proposte per lo Statuto del Partito Democratico

Bologna, 15 agosto 2007


Rete “Articolo 49”:
per una AREA CIVICA delle democratiche e dei democratici italiani

I sottoscritti, in quanto cittadine e cittadini attivamente partecipi al processo costituente del Partito Democratico, ritengono indispensabile riportare l’attenzione sul tema della riforma dei partiti e, più in generale, della politica, di cui il PD dovrebbe essere promotore ed attore.
La Costituzione italiana è il principale punto di riferimento della nostra azione politica. Le proposte per lo Statuto da noi formulate si ispirano infatti alla formulazione dell’articolo 49 della Costituzione ideata dalla Commissione Bozzi (1983-84): “Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con strutture e metodi democratici, a determinare la politica nazionale. La legge disciplina il finanziamento dei partiti, con riguardo alle loro organizzazioni centrali e periferiche e prevede le procedure atte ad assicurare la trasparenza ed il pubblico controllo del loro stato patrimoniale e delle loro fonti di finanziamento. La legge detta altresì disposizioni dirette a garantire la partecipazione degli iscritti a tutte le fasi di formazione della volontà politica dei partiti, compresa la designazione dei candidati alle elezioni, il rispetto delle norme statutarie, la tutela delle minoranze”

Non si tratta solo di assicurare la democraticità del PD; è altrettanto essenziale affermare, tra i principi caratterizzanti la struttura del nuovo partito, quello di “servizio per la politica”: i partiti come strumenti non solo della, ma soprattutto per la democrazia.
In coerenza con questo principio, pensiamo che il PD dovrà impegnarsi a ricorrere sempre ad un meccanismo democratico e partecipato di selezione delle candidature, a prescindere dalla legge elettorale.

Vorremmo che, superando le polemiche di questi mesi, il dibattito – prima e dopo il 14 ottobre – si concentrasse sul vero oggetto dell’Assemblea costituente: lo Statuto e il Manifesto. Questi saranno infatti gli elementi di valutazione della reale portata innovativa del progetto politico.
A tal fine abbiamo realizzato un blog, quale strumento utile per discutere e raccogliere contributi:
http://www.retearticolo49pd.blogspot.com/
Noi stessi abbiamo da tempo iniziato a ragionare su questi temi qualificanti per lo Statuto del nascente partito. Il decalogo che vi proponiamo contiene 10 punti a nostro giudizio essenziali per uno Statuto effettivamente “democratico”.
Vi invitiamo ad aderire con commenti di sostegno e proporre una declinazione più completa e dettagliata di ogni singolo punto.
Ci rivolgiamo a tutti i soggetti in particolare a tutti i candidati nelle liste che concorrono all’elezione delle assemblee costituenti (nazionale e regionali).
Chi sottoscrive questo decalogo si impegna a sostenerne attivamente i contenuti.

Proponenti:

Luca Foresti, Roberto Giorgi Ronchi, Lilia Infelise, Riccardo Lenzi,
Claudio Nunziata, Paolo Orioli, Valerio Serra, Marco Valbruzzi.

I dieci punti proposti dalla Rete Articolo 49

Rete “Articolo 49”
www.retearticolo49pd.blogspot.com
Proposte per lo Statuto del Partito Democratico

1) Partecipazione e tutela delle minoranze
Garantire una diffusa ed incisiva partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti, ai quali verranno garantiti concreti poteri di decisione, controllo e deliberazione.

2) Equa rappresentanza di genere
Un sistema di attribuzione degli incarichi e delle candidature in virtù del quale nessuno dei due sessi sia rappresentato in misura superiore al 50% delle cariche totali disponibili.

3) Struttura federale
In base al principio di sussidiarietà, il partito garantirà, all’interno di un comune quadro nazionale (normativo e valoriale), una completa autonomia alle diverse articolazioni territoriali.

4) Cariche di partito, iscritti ed elettori
Pari opportunità e metodo dell’elezione diretta da parte dei singoli iscritti o simpatizzanti - con voto personale e segreto - per le cariche dirigenziali del PD, ad ogni livello.

5) Incompatibilità fra incarichi
Divieto assoluto del cumulo di incarichi: a prescindere dal livello nessun/a democratico/a potrà ricoprire più di due ruoli. Va prevista l’incompatibilità tra incarichi dirigenziali all’interno del partito e incarichi esecutivi nelle istituzioni (obbligo di dimissioni se eletti, salvo per i mandati in essere che potranno essere adempiuti fino alla naturale scadenza).

6) Criteri di esclusione e controllo delle candidature
Possibilità per gli iscritti di valutare l’adeguatezza (profilo etico, professionale e politico) dei candidati e degli eletti. Questi ultimi sono obbligati a rendere conto periodicamente del proprio operato in pubbliche assemblee territoriali.

7) Conflitti di interesse e trasparenza dei finanziamenti
Misure cautelative e limitazioni inderogabili per evitare commistioni tra dirigenti/rappresentanti del partito e chi - in forma diretta o indiretta - amministra e/o controlla finanziatori privati o società/enti gestiti da istituzioni di nomina pubblica. L’obbligo di rendere pubblica la propria posizione reddituale-patrimoniale per chi ricopre ruoli di una certa responsabilità.
Obbligo di pubblicità ed informazione su ogni voce di entrata e di uscita della fondazione (o di altro ente) che gestirà il patrimonio del partito.

8) Primarie a tutti i livelli
Ricorso alle primarie quale metodo di selezione delle candidature a tutti i livelli della rappresentanza; l’attivazione dello strumento delle primarie deve essere possibile al termine di ogni singolo mandato.

9) Limiti alla reiterazione dei mandati
Limiti inderogabili alla reiterazione dei mandati nella medesima carica; non saranno comunque possibili più di 2 mandati consecutivi per qualunque carica (elettiva o di partito).

10) Collegio di garanzia
Il PD si atterrà, nello svolgimento delle sue funzioni interne, ai principi di trasparenza e responsabilità, rigorosamente garantiti da un Collegio di Garanti i cui componenti devono essere eletti (a rotazione) in base ai criteri di cui al punto 4.

Contribuisci alla realizzazione del Manifesto del Partito Democratico

Bologna, Agosto 2007

Tra due mesi nascerà il Partito Democratico. Perché e Chi é interpellato? E’ bene ricordare quali sono i motivi e quali soggetti sono, con passione e intelligenza, impegnati a partecipare a questo progetto politico. Due aspetti della questione tra loro inscindibili.
I partiti italiani – e non solo – nell’ultimo ventennio del secolo scorso hanno attraversato una gravissima crisi di idee, di valori e di identità: gli strumenti con i quali i partiti guardavano ed interpretavano la realtà si sono rivelati improvvisamente antiquati, obsoleti, inadatti ad affrontare le aspirazione e i problemi del nostro tempo.I valori, i desideri, i bisogni, le aspettative, i comportamenti dei cittadini sono cambiati e stanno cambiando in gran fretta ed il patrimonio ideale e progettuale delle grandi famiglie politiche del ‘900 si è rivelato insufficiente. Il nostro paese, che in Europa si caratterizza per una permanente polarizzazione tra aree territoriali (basti pensare ai tassi di disoccupazione giovanili e femminili) ha visto, più di altri Paesi europei, un fenomeno di immigrazione straordinariamente rapido e consistente. Il nostro Paese, ancora una volta interpreta più di altri Paesi europei l’urgenza di una rinnovata carta costituente che affermi valori condivisi e mete comuni. Il progetto di Partito Democratico è un progetto per un contributo a questo compito che la storia ci affida, non è solo il progetto di una parte politica del nostro paese. Non possiamo indulgere a particolarismi e non possiamo trascurare l’importanza di affermare innanzitutto un metodo che da un lato renda più aperti i confini e le forme di ingresso, agli attori che vogliono partecipare a questo affascinante progetto, dall’altro permetta di mettere a fuoco e chiarire le ragioni delle differenze.
Riavvicinare i cittadini alla politica, restituire loro il piacere ed i modi giusti per contare è una delle sfide principali del percorso per la costruzione del Partito Democratico; una sfida che è possibile vincere ad alcune precise condizioni di metodo e di contenuti.
Ci è chiesto il coraggio di dichiarare i fondamenti del nuovo progetto politico, ovvero i terreni su cui un partito plurale è chiamato a convergere e quelli su cui è chiamato, con tolleranza, a ricercare mediazioni possibili.
Occorre individuare e dare un nome a nuove forme e regole della partecipazione dei soggetti all’assunzione delle grandi scelte di principio sulle quali fondare il disegno delle traiettorie di sviluppo del nostro paese e dell’intera Europa.
Si tratta di dichiarare in modo inequivocabile la prospettiva ideale del partito Democratico rispetto al modello di sviluppo e alla relazione tra aree ricche e povere del Pianeta, in merito alla prevenzione e soluzione dei conflitti, ai principi a fondamento dell’educazione e formazione, della ricerca scientifica, dei servizi socio sanitari, dei rapporti tra Stato e mercato, si tratta non di un programma, non è questo a tema, ma delle grandi visioni e dei fondamenti e condizioni che rendono realistico l’obiettivo della convergenza tra coesione e sviluppo sostenibile, delle condizioni che permettono la conciliazione tra obiettivi di inclusione di nuovi soggetti e culture e permanere del senso vitale di appartenenza a una storia, a una comunità, quella europea, in una prospettiva di grande apertura e impegno solidale tra i popoli.
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