Per un partito Democratico davvero. Per un contributo alla rigenerazione della democrazia nel nostro paese. Per un autentico impegno costituente.

sabato 20 ottobre 2007

Contribuisci alla realizzazione del Manifesto del Partito Democratico

Bologna, Agosto 2007

Tra due mesi nascerà il Partito Democratico. Perché e Chi é interpellato? E’ bene ricordare quali sono i motivi e quali soggetti sono, con passione e intelligenza, impegnati a partecipare a questo progetto politico. Due aspetti della questione tra loro inscindibili.
I partiti italiani – e non solo – nell’ultimo ventennio del secolo scorso hanno attraversato una gravissima crisi di idee, di valori e di identità: gli strumenti con i quali i partiti guardavano ed interpretavano la realtà si sono rivelati improvvisamente antiquati, obsoleti, inadatti ad affrontare le aspirazione e i problemi del nostro tempo.I valori, i desideri, i bisogni, le aspettative, i comportamenti dei cittadini sono cambiati e stanno cambiando in gran fretta ed il patrimonio ideale e progettuale delle grandi famiglie politiche del ‘900 si è rivelato insufficiente. Il nostro paese, che in Europa si caratterizza per una permanente polarizzazione tra aree territoriali (basti pensare ai tassi di disoccupazione giovanili e femminili) ha visto, più di altri Paesi europei, un fenomeno di immigrazione straordinariamente rapido e consistente. Il nostro Paese, ancora una volta interpreta più di altri Paesi europei l’urgenza di una rinnovata carta costituente che affermi valori condivisi e mete comuni. Il progetto di Partito Democratico è un progetto per un contributo a questo compito che la storia ci affida, non è solo il progetto di una parte politica del nostro paese. Non possiamo indulgere a particolarismi e non possiamo trascurare l’importanza di affermare innanzitutto un metodo che da un lato renda più aperti i confini e le forme di ingresso, agli attori che vogliono partecipare a questo affascinante progetto, dall’altro permetta di mettere a fuoco e chiarire le ragioni delle differenze.
Riavvicinare i cittadini alla politica, restituire loro il piacere ed i modi giusti per contare è una delle sfide principali del percorso per la costruzione del Partito Democratico; una sfida che è possibile vincere ad alcune precise condizioni di metodo e di contenuti.
Ci è chiesto il coraggio di dichiarare i fondamenti del nuovo progetto politico, ovvero i terreni su cui un partito plurale è chiamato a convergere e quelli su cui è chiamato, con tolleranza, a ricercare mediazioni possibili.
Occorre individuare e dare un nome a nuove forme e regole della partecipazione dei soggetti all’assunzione delle grandi scelte di principio sulle quali fondare il disegno delle traiettorie di sviluppo del nostro paese e dell’intera Europa.
Si tratta di dichiarare in modo inequivocabile la prospettiva ideale del partito Democratico rispetto al modello di sviluppo e alla relazione tra aree ricche e povere del Pianeta, in merito alla prevenzione e soluzione dei conflitti, ai principi a fondamento dell’educazione e formazione, della ricerca scientifica, dei servizi socio sanitari, dei rapporti tra Stato e mercato, si tratta non di un programma, non è questo a tema, ma delle grandi visioni e dei fondamenti e condizioni che rendono realistico l’obiettivo della convergenza tra coesione e sviluppo sostenibile, delle condizioni che permettono la conciliazione tra obiettivi di inclusione di nuovi soggetti e culture e permanere del senso vitale di appartenenza a una storia, a una comunità, quella europea, in una prospettiva di grande apertura e impegno solidale tra i popoli.
Contribuisci con un tuo commento alla stesura del manifesto.

1 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Il mio concetto di democrazia è quello in cui gli elettori abbiano il potere e la capacità di scegliere i candidati, oltre al potere ed alla capacità di scegliere tra i candidati e quello in cui gli eletti siano al servizio della collettività, non di se stessi. Questo naturalmente vale anche all'interno di un organismo come la Assemblea Costituente, per la scelta dei partecipanti alle Commissioni....
per i differenti incarichi.
Perchè questo meccanismo funzioni c'è bisogno di trasparenza, che significa in molti casi anche impegno di tempo... che per molti non c'è.
Spesso la trasparenza significa correre il rischio che qualcuno, contravvenendo ai principi etici nella partecipazione, non rispetti le identità di ognuno,e vivacchi quindi alle spalle di altri, utilizzando capacità di presenza e mediatiche.D'altro canto senza trasparenza il momento assembleare si trasforma in un evento mediatico che ha l'unico scopo di apparire......Pietro Brogi

4 novembre 2007 alle ore 02:58

 

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