LETTERA APERTA A WALTER VELTRONI PROMOSSA DA Rete ARTICOLO 49 e Rete COSTITUENTE DEMOCRATICA
Lettera aperta al Segretario Walter Veltroni
Ai Segretari regionali
Al Comitato di garanti delle Primarie del Partito Democratico
L’assemblea costituente del Partito Democratico alla quale in qualità di elette ed eletti abbiamo partecipato a Milano il 27 ottobre si è conclusa con l’approvazione ad alzata di mano di un dispositivo che non era stato oggetto di alcun dibattito e del quale non sono state neanche esplicitati i meccanismi che hanno portato alla sua formazione.
Abbiamo aperto una nuova era nel modo di concepire le relazioni politiche, celebriamo con soddisfazione il superamento di steccati storici che sin dal dopoguerra avevano diviso le forze politiche di provenienza. Per la responsabilità che ci coinvolge tutti nel portare a compimento un progetto così ambizioso, ci appare necessario tentare di recuperare la sostanza di alcuni di quei passaggi e riprendere il filo costituente dell’assemblea.
Walter Veltroni non aveva mancato di sottolineare la rilevanza del ruolo assembleare (“siete il nucleo pulsante della vita del PD…un partito che parte dal basso e non dall’alto”), aveva attestato l’impegno dell’apparato ad “evitare di mettere il vino nuovo in otri vecchi” ed a ricercare una fisionomia organizzativa del tutto nuova che faccia leva sulla cittadinanza attiva. Rosy Bindi aveva evidenziato come tutti gli eletti abbiano un ruolo costituente che non può essere aprioristicamente assoggettato al principio di maggioranza. Enrico Letta aveva sottolineato come debba essere considerata chiusa la stagione della cooptazione per aprire la strada a quella della competizione nell’accesso a tutte le cariche di partito. Una nuova stagione di civiltà politica aveva sintetizzato Veltroni.
Non possiamo dimenticare con quali garanzie di partecipazione fu svolto il fecondo lavoro delle tre sottocommissioni e poi della Commissione Ruini nella fase costituente della nostra carta Costituzionale. Non possiamo ignorare che per quanto straordinarie siano le norme regolamentari per la formazione del PD formulate dal Comitato dei 45 esse avessero stabilito in modo sin troppo chiaro lo strumento elettivo. Che, come ha ricordato nel suo intervento Romano Prodi, l’art. 49 della Costituzione prevede espressamente il metodo democratico come requisito fondamentale di funzionamento dei partiti politici e come sia stata espressa da tutti coloro che sono intervenuti nel corso dell’assemblea la volontà di attuare sino in fondo questo principio.
Non possiamo sorvolare sull’affidamento nella lealtà del gruppo dirigente provvisorio riposta da tante elettrici ed elettori e dagli stessi eletti alle primarie del 14 ottobre. Non possiamo deludere le speranze dei tanti che vogliono fortemente utilizzare al meglio questa occasione per riformare la politica. Non possiamo ignorare che molti consensi che ci sono stati consegnati rimangono condizionati alla credibilità che il nuovo PD sarà in grado di assicurare.
Non vogliamo distruggere una occasione sulla quale si fondano tante aspettative, intendiamo solo rimettere in fila le cose per evitare che un difetto di costruzione possa lasciare su tante speranze un’ombra indelebile. Le regole di funzionamento del PD devono necessariamente essere il frutto di momenti di collegialità e partecipazione che non possono essere alterati da surrettizi surrogati di cooptazione, che di per sé, anche solo astrattamente, si prestano a lasciare l’onta della assenza di democrazia alle radici di un partito che ha tutt’altre ambizioni.
Abbiamo aperto una nuova era nel modo di concepire le relazioni politiche, celebriamo con soddisfazione il superamento di steccati storici che sin dal dopoguerra avevano diviso le forze politiche di provenienza. Per la responsabilità che ci coinvolge tutti nel portare a compimento un progetto così ambizioso, ci appare necessario tentare di recuperare la sostanza di alcuni di quei passaggi e riprendere il filo costituente dell’assemblea.
Walter Veltroni non aveva mancato di sottolineare la rilevanza del ruolo assembleare (“siete il nucleo pulsante della vita del PD…un partito che parte dal basso e non dall’alto”), aveva attestato l’impegno dell’apparato ad “evitare di mettere il vino nuovo in otri vecchi” ed a ricercare una fisionomia organizzativa del tutto nuova che faccia leva sulla cittadinanza attiva. Rosy Bindi aveva evidenziato come tutti gli eletti abbiano un ruolo costituente che non può essere aprioristicamente assoggettato al principio di maggioranza. Enrico Letta aveva sottolineato come debba essere considerata chiusa la stagione della cooptazione per aprire la strada a quella della competizione nell’accesso a tutte le cariche di partito. Una nuova stagione di civiltà politica aveva sintetizzato Veltroni.
Non possiamo dimenticare con quali garanzie di partecipazione fu svolto il fecondo lavoro delle tre sottocommissioni e poi della Commissione Ruini nella fase costituente della nostra carta Costituzionale. Non possiamo ignorare che per quanto straordinarie siano le norme regolamentari per la formazione del PD formulate dal Comitato dei 45 esse avessero stabilito in modo sin troppo chiaro lo strumento elettivo. Che, come ha ricordato nel suo intervento Romano Prodi, l’art. 49 della Costituzione prevede espressamente il metodo democratico come requisito fondamentale di funzionamento dei partiti politici e come sia stata espressa da tutti coloro che sono intervenuti nel corso dell’assemblea la volontà di attuare sino in fondo questo principio.
Non possiamo sorvolare sull’affidamento nella lealtà del gruppo dirigente provvisorio riposta da tante elettrici ed elettori e dagli stessi eletti alle primarie del 14 ottobre. Non possiamo deludere le speranze dei tanti che vogliono fortemente utilizzare al meglio questa occasione per riformare la politica. Non possiamo ignorare che molti consensi che ci sono stati consegnati rimangono condizionati alla credibilità che il nuovo PD sarà in grado di assicurare.
Non vogliamo distruggere una occasione sulla quale si fondano tante aspettative, intendiamo solo rimettere in fila le cose per evitare che un difetto di costruzione possa lasciare su tante speranze un’ombra indelebile. Le regole di funzionamento del PD devono necessariamente essere il frutto di momenti di collegialità e partecipazione che non possono essere alterati da surrettizi surrogati di cooptazione, che di per sé, anche solo astrattamente, si prestano a lasciare l’onta della assenza di democrazia alle radici di un partito che ha tutt’altre ambizioni.
Per questo motivo condividiamo, sottoscriviamo e invitiamo alla rapida diffusione e sottoscrizione della lettera aperta a Walter Veltroni pubblicata sul sito http://www.costituentedemocratica.net/ che di seguito pubblichiamo.
La sottoscrizione può avvenire inserendo un commento, inserendo i propri dati anagrafici, il telefono e l'e-mail.
In fede.
Lilia Infelise - eletta in Calabria nella lista “A Sinistra per Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Riccardo Lenzi - eletto in Emilia-Romagna nella lista “Democratici con Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Paolo Orioli – Comitato Promotore nazionale Primarie (rete Articolo 49 - Res Publica)
Roberto Giorgi Ronchi – avvocato; già candidato all'Assemblea costituente regionale del PD (rete Articolo 49 - Res Publica)
In fede.
Lilia Infelise - eletta in Calabria nella lista “A Sinistra per Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Riccardo Lenzi - eletto in Emilia-Romagna nella lista “Democratici con Veltroni” (rete Articolo 49 – Res Publica)
Paolo Orioli – Comitato Promotore nazionale Primarie (rete Articolo 49 - Res Publica)
Roberto Giorgi Ronchi – avvocato; già candidato all'Assemblea costituente regionale del PD (rete Articolo 49 - Res Publica)
Gianfranco Pasquino - Docente di Scienza Politica- Università degli studi di Bologna
Lettera a Walter Veltroni
Caro Walter Veltroni, noi democratiche e democratici, elettori delle primarie del 14 ottobre, candidati ed eletti nelle Assemblee Costituenti del Partito Democratico, manifestiamo il nostro profondo sconcerto per come si è conclusa la prima Assemblea Costituente del Partito Democratico.
Una bella giornata è stata rovinata da una pessima conclusione.
Una votazione a sorpresa, su un documento letto in fretta, mai discusso in precedenza e senza alcuna possibilità di discuterlo.
Una votazione senza alcuna garanzia di democrazia (nessuna verifica dei votanti, dei favorevoli e dei contrari).
Una nomina delle commissioni per quote di liste contraddicendo le dichiarazioni che non ci sarebbero state correnti. Nessun vero coinvolgimento dei delegati nell’Assemblea di sabato e, a quanto pare, nemmeno nei lavori di costruzione dei documenti del Partito. La votazione di un vicesegretario non prevista in alcuna norma del Regolamento e presentata con una palese forzatura dello stesso regolamento. (Nessuno vietava che TU lo indicassi come vicesegretario, ma è cosa diversa dall’elezione in Assemblea) La decisione di far eleggere i Coordinatori provinciali (da nessuna parte si dice provvisori) dagli eletti nelle Assemblee Costituenti regionali e nazionali con uno straordinario percorso di autoleggittimazione dall’alto verso il basso. La decisione di “costituire il Partito Democratico nei territori, secondo le modalità decise congiuntamente dal Segretario Nazionale e dai Segretari Regionali” con un metodo che definire verticistico è un eufemismo; contraddicendo lo spirito federale del Partito Democratico e senza alcuna garanzia che saranno i cittadini a scegliere i loro organismi. Per questo noi democratiche e democratici,
TI CHIEDIAMO, in qualità di Segretario Nazionale del Partito Democratico,
TI CHIEDIAMO, in qualità di Segretario Nazionale del Partito Democratico,
di garantire:
- che mai più accadrà che, all’interno del Partito Democratico – a nessun livello, le decisioni siano prese da un ristretto numero di persone e presentate, di fatto, all’Assemblea solo per la ratifica. - che siano sempre garantiti reali spazi di discussione e dibattito.
Di assicurare che:
- entro il 23 dicembre, si provvederà all’ELEZIONE degli organismi comunali del Partito Democratico, con la partecipazione aperta a tutti i cittadini (anche a coloro che non hanno partecipato il 14 ottobre), e che saranno, semmai, gli organi comunali ad eleggere i provinciali se non si vuole fare anche l’elezione diretta dei provinciali
- tutti gli organismi nominati hanno carattere transitorio fino all’approvazione degli Statuti Regionali e di quello nazionale;
- i lavori delle commissioni saranno resi pubblici in modo continuativo attraverso la rete internet e sarà possibile intervenire con proposte che saranno obbligatoriamente prese in considerazione dalla commissione, in particolar modo per quanto riguarda i contributi dei componenti dell’Assemblea Costituente Nazionale;
- prima che le commissioni termino il loro lavoro sarà data la possibilità ai componenti l’Assemblea di votare sui punti controversi dei documenti. In ogni caso, in sede di Assemblea Nazionale per l’approvazione dei documenti, sarà dato adeguato spazio al dibattito, al confronto ed i documenti saranno votati per punti anche sulla base di proposte contrapposte;
- che tutte le decisioni politiche e organizzative prese da te o dagli organi del partito saranno rese pubbliche attraverso il sito internet al fine di garantire la massima trasparenza.
TI INVITIAMO
a proporre che le Assemblee Regionali, convocate per il 10 novembre, eleggano democraticamente i delegati componenti della DIREZIONE FEDERALE provvisoria, al fine di costituire un organismo politico legittimato che possa accompagnarti in questa fase transitoria.
A questa specifica votazione avranno diritto di voto anche i delegati all’Assemblea Costituente Nazionale.